domenica 1 maggio 2016

(Non) lettera alla mia (non) futura nuora.

In tanti hanno risposto alla "Lettera alla mia futura nuora" che gira su Facebook da qualche tempo, ma visto che sta ancora mietendo vittime, nonostante la stessa autrice abbia fatto retromarcia ho pensato di dare il mio personale contributo. Se non sapete di cosa sto parlando, tiè: divertitevi.

Quindi, cara "futura nuora", sono anch'io una "mamma di maschio", come si firma l'autrice della lettera incriminata. Al contrario suo, però, io sono felice di aver avuto un figlio maschio. Oddio, sarei stata felice anche di avere una figlia femmina, ma non è questo il punto: il punto è che non avevo una "lista di nomi femminili infinita", avevo un nome per una femmina e uno per un maschio e quando tutti mi chiedevano "preferisci un maschio o una femmina?" io facevo spallucce. Per me la cosa più importante era che mio figlio/a fosse sano/a. Che può sembrare una risposta paracula, ma era la vera verità. Altro che "tanto è femmina, me lo sento!". Brava, facciamolo sentire subito in colpa 'sto creaturo. Neanche il genere giusto è stato in grado di azzeccare. Appena nato, già sbagliato. Povero figlio.

Non ho mai pensato che avere un figlio maschio mi inserisse automaticamente nella odiatissima categoria delle suocere. Non perchè voglio salire in cattedra e dire "io non sarò come le altre suocere", ma perchè a) è un pensiero che mi proietta in un futuro troppo anteriore e b) perchè dà per scontato un po' troppe cose. Insomma, già faccio fatica a pensare a quando mio figlio farà l'asilo, figurati se ho voglia di mettermi a pensare a quando si sposerà. E poi, giusto per mettere DUE ASPETTATIVE DUE sulle spalle della Creatura, sto già presupponendo che: a) si voglia sposare, b) si sposi, c) sia un matrimonio eterosessuale. Per carità, spero di cuore che se e quando mio figlio si vorrà sposare il mondo sia già ad un punto in cui nessuno gli faccia storie su chi vuole sposare, ma se invece di una nuora ti toccasse un genero? Ci hai pensato, cara la mia mamma di maschio?

Vogliamo parlare dello shopping? No, non parliamone, va'. Diciamo solo che io, da brava mamma di maschio, sono ben felice di poter correre al supermercato, tirar su di corsa due pantaloni e due magliette, superare di corsa la fila di mamme che stanno discutendo se la loro figlioletta stia meglio in rosa confetto o in fucsia, pagare (di meno, perchè i vestiti più sono semplici e meno costano) e tornare a casa da mio figlio a giocare a fare i travasi con la farina. E più ci sporchiamo, meglio è.

Le ho viste, ai giardinetti, quelle povere bimbe (ma anche bimbi, diciamoci la verità) impupazzate in quei costosissimi micro-vestitini per adulti che non si possono muovere, correre, saltare, insomma, non possono fare niente altrimenti sudano e si sporcano. Poverine. Ma questo per me non cambierebbe neanche se avessi una figlia femmina: ho fior fiore di amiche che da piccole correvano, giocavano e si sporcavano come e quanto i loro coetanei maschi e sono venute su benissimo. E, solo per accennare l'argomento bambole, io da piccola le buttavo giù dal balcone in giardino e facevo finta che fossero le vittime di un incidente aereo. Per dire. E l'ultima volta che ho controllato i cromosomi X ce li avevo al posto giusto.

E poi, cara la mia mamma di maschio, solo per precisare: le lotte tra Spiderman e l'uomo d'acciaio nun se po' senti'. O dici Uomo Ragno e Uomo d'Acciaio o dici Spiderman e Iron Man, e da qui si capisce che non sei veramente mamma di maschio, perchè i bambini su certe cose sanno essere pignoli che neanche il tizio dei documentari che divide a mano le foglioline di té verdi da quelle nere.

La verità è che ha ragione Elena Gianini Belotti: ci sono più differenze all'interno dello stesso genere (cioè tra maschi e maschi o tra femmine e femmine) che non tra i due generi. Esistono maschietti dolci, teneri, emotivi e coccoloni ("femminili") e femminucce toste, volitive, forti e indipendenti ("maschili"). Solo che non si conformano agli stereotipi di genere, e quindi vengono cazziati finché non lo fanno. Poveri figli.

(Nota: se non conoscete Elena Gianini Belotti e siete mamme, non importa se di maschi o di femmine, leggetevi "Dalla parte delle bambine", che è una pietra miliare).

Ma entriamo nel vivo, cara la mia "futura nuora", vuoi? Io non crescerò mio figlio perchè "ti aiuti in casa", crescerò un uomo che sappia prendersi le proprie responsabilità e condividere con chiunque gli tocchi in sorte il lavoro domestico. "Che ti aiuti" dà per scontato che "la casa" sia una tua responsabilità e che lui sia tanto bravo e tanto dolce a darti una mano, a te che poveretta sei un'incapace e non riesci a fare tutto da sola (sottinteso, mica come me...). No cara nuora, su questo siamo dallo stesso lato: ad ognuno la sua parte, sempre e comunque. E cazzialo quando non fa il suo, mi raccomando.

Crescerò un figlio che la parmigiana se la saprà fare da solo, altro che "come la mia non ce ne sono". Che se ad una certa mi chiederà ancora di cucinare, lavare e stirare per lui verrà accolto a calci nel sedere. E non preoccuparti, non lo chiamerò tutti i giorni, e neanche farò una di quelle robe tipo chiamare te per chiedere se lui ha mangiato, si è vestito, si è lavato il sedere. Non sarò una di quelle mamme che pretenderà di sapere sempre quali sono i suoi gusti, perchè so perfettamente che i gusti con il tempo cambiano e non è detto che se a sei anni gli piacevano gli spaghetti con la peperonata gli piaceranno ancora a trent'anni (che tanto lo so che li mangerà per farmi contenta e poi si lamenterà con te dicendo che tanto sua mamma è fatta così...)

Non pretenderò da te una riconoscenza che non mi spetta... perchè se è vero che quel figlio io l'ho generato, è anche vero che non mi appartiene e io non sono stata l'unica influenza sulla sua esistenza: se sarà diventato un uomo meraviglioso sarà merito anche e soprattutto di suo padre, dei suoi insegnanti, dei suoi modelli di riferimento e di chi per essi.

E poi, cara nuora, non ti tratterò mai, mai, mai e poi mai come una figlia. Perchè tu la mamma ce l'hai, e grazie al cielo di mamma ce n'è una sola. Perchè essere mamme non vuol dire essere automaticamente le migliori del mondo, anzi... vuol solo dire vivere alla giornata e sperare di non fare troppi danni!

Con affetto, una mamma che ha fatto del suo meglio.

5 commenti: